Proteggere e tutelare un manoscritto: come dormire sonni tranquilli
Molti scrittori, dopo aver messo il punto finale alla loro nuova opera, si domandano quale sia il modo più efficace per dimostrarne la paternità.
Ci dispiace dire che questo non è possibile: nessuno mai potrà davvero asserire, senza ombra di dubbio, che qualcuno sia effettivamente l’autore di un determinato manoscritto. Quello che si può fare, però, è dimostrare di essere possessori dell’opera in una certa data.
Cosa vuol dire questo?
Beh, tanto per cominciare, se a qualcuno dovesse mai venire la malsana idea di copiare tutto o parte del nostro manoscritto, in sede legale potremo dimostrare che la persona in questione ha “attinto” da un’opera che esisteva già, e che era in nostro possesso.
I modi per procurarsene la prova sono molteplici, e praticamente tutti a pagamento. Ogni metodo, però, ha un costo diverso l’uno dall’altro.
Il primo che ci viene in mente è sicuramente quello proposto dalla SIAE, a cui comunque non è necessario iscriversi: la SIAE stessa specifica sul proprio sito che l’adesione è volontaria e facoltativa. Ciò che chiede per proteggere il nostro manoscritto è esclusivamente l’opera stampata su carta o su un supporto digitale non riscrivibile (DVD o CD-rom), un modello compilato scaricato direttamente dal sito, copia di codice fiscale e di un documento d’identità valido, e un versamento di euro 132,00 più bollo di euro 2,00. Tra l’altro il deposito ha una scadenza di cinque anni, al termine dei quali bisogna rinnovare il tutto, pena la distruzione dell’opera in archivio.
Sembra esoso, vero? Si può pensare di ricorrere a servizi online alternativi e meno dispendiosi, come Patamu o Copyzero, tant’è che la SIAE non si assume nessuna responsabilità per eventuali plagi e non offre nient’altro che la registrazione nei suoi archivi. C’è da dire, però, che il costo non è per la singola opera, ma a deposito. Potremmo quindi pensare di mettere assieme tutta la nostra produzione letteraria sino a questo momento e depositarla in un colpo solo: potrebbe essere una buona idea per ammortizzare la spesa.
Un altro sistema efficace è quello di contattare un notaio e far vidimare ogni pagina del nostro manoscritto. I costi qui dipendono molto dal tariffario del professionista, ma siamo quasi certi che possa aggirarsi attorno una cifra non inferiore alle 400 o 500 euro. In alcuni casi si può arrivare anche a spenderne 800.
Se abbiamo voglia di risparmiare, possiamo utilizzare il classico metodo della vecchia, cara raccomandata R/R: stampiamo il tutto (o masterizziamo un DVD o un CD-rom), lo infiliamo in un plico sigillato, facciamo apporre quanti più timbri possibili e lo inviamo al nostro indirizzo. Qui però storciamo un po’ il naso: senza nulla togliere all’affidabilità delle Poste Italiane, dobbiamo mettere in conto che questo plico non deve venire mai aperto o tanto meno manomesso, pena l’ovvia vanificazione della prova. Se vogliamo ricorrere alle Poste, sarebbe più saggio affidarsi al loro servizio di data certa: al costo di un francobollo per ogni foglio e di pochi euro per l’operazione, un impiegato timbrerà ogni pagina del manoscritto, restituendocelo seduta stante. Avremo così una prova che non avrà bisogno di essere rinnovata e che potrà essere consultata in sede legale più volte.
In fondo questo è lo stesso principio della marcatura temporale, ossia un altro metodo da tenere in considerazione: è sufficiente avere una casella di posta elettronica certificata e una smart card corredata di lettore per la firma digitale. I prezzi variano a seconda del servizio di cui ci avvarremo. In genere la smart card ha un costo che oscilla attorno ai trenta euro per tre anni, mentre con la casella PEC ce la possiamo cavare anche con soli cinque euro annui. A proposito: lo sapevi che anche autoinviarsi semplicemente una email con allegato dalla propria casella PEC ha valenza legale?
Utilizzare invece una normale e-mail gratuita, pur registrata regolarmente a nostro nome, costituisce una prova un po’ debole. Se vogliamo tentare una strada a costo zero, possiamo iscriverci e caricare la nostra opera su alcune piattaforme online che rilasciano data e ora di pubblicazione non modificabili. Questo però sottintende che il nostro manoscritto non sarà più “inedito”.
E tu quale modo hai scelto?